MFS Emerging Markets Debt Fund: aggiornamento sul fondo

Katrina Uzun, Portfolio Manager di MFS, condivide un’analisi sull'ultimo trimestre e dà un approfondimento sul panorama del mercato attuale e futuro.

Titolo: Aggiornamento sulla strategia Emerging Markets Debt di MFS®

Salve, e benvenuti in questo spazio dedicato alla strategia Emerging Markets Debt di MFS.  Sono Katrina Uzun, institutional portfolio manager della strategia, e vorrei approfittare di questo incontro per condividere le nostre prospettive sull'ambiente macro globale e parlare dei driver e del posizionamento di alto livello dei portafogli.

L'indice Emerging Markets Debt ha chiuso il primo trimestre con un rendimento positivo di poco inferiore al 2%, ma il periodo è stato caratterizzato da diverse inversioni del rischio e da un aumento della volatilità. Gennaio è stato un mese alquanto vigoroso, ma l'aumento superiore alle attese dell'occupazione e l'inflazione ancora elevata hanno portato a commenti piuttosto restrittivi da parte delle banche centrali e a una correzione nei mercati del rischio, compreso il debito dei mercati emergenti. A causa della crisi bancaria partita da Silicon Valley Bank e poi estesasi all'intero settore delle banche regionali statunitensi, la volatilità dei tassi d'interesse è salita su livelli che non si vedevano dalla crisi finanziaria globale e ben al di sopra di quelli osservati al culmine della pandemia di COVID-19.

Pur prevedendo un rallentamento della crescita globale e una recessione negli Stati Uniti, anche se poco profonda rispetto alla grave recessione dei bilanci del 2008, riteniamo che i mercati emergenti siano ben posizionati per gestire tale scenario, e ciò per tre motivi principali.

Innanzitutto, le posizioni con l'estero dei mercati emergenti godono di buona salute. A differenza del "malumore da tapering" del 2013, quando la Fed stava eliminando il quantitative easing e i mercati temevano fortemente per i paesi altamente dipendenti dai finanziamenti a basso costo, mediamente, oggi, la bilancia commerciale di base dei paesi emergenti è positiva, e ciò significa che in genere queste economie non hanno bisogno di prendere a prestito o di fare affidamento sui finanziamenti esteri per soddisfare il proprio fabbisogno. Ciò ha un impatto molto positivo sui saldi delle partite correnti, non da ultimo perché questi paesi hanno aumentato i tassi. I mercati emergenti tendono ad essere più vulnerabili ai rallentamenti della crescita quando hanno posizioni sull'estero deboli, ma oggi le cose non stanno così.

In secondo luogo, riteniamo che nei prossimi 12-18 mesi la crescita dei mercati emergenti supererà quella dei mercati sviluppati, principalmente per effetto della Cina. La Cina è passata da una politica di tolleranza zero al COVID a una politica di restrizioni zero. Se osserviamo il differenziale di crescita tra i mercati emergenti e i mercati sviluppati sul lato sinistro di questa pagina (la linea tratteggiata rossa), notiamo che nel corso degli ultimi anni ci sono dei punti in cui si è azzerato. Ma riteniamo che si sia trattato di un fenomeno temporaneo, in parte dovuto al fatto che 1) la Cina stava attuando la politica zero COVID ed era colpita dalla variante Omicron e 2) gli Stati Uniti avevano introdotto le misure di stimolo più imponenti della storia. Entrambe queste dinamiche stanno ora invertendo rotta. Ciò dovrebbe fornire slancio agli afflussi di capitale verso i mercati emergenti, riportati a destra. Storicamente, c'è una fortissima correlazione tra il differenziale di crescita mercati emergenti/mercati sviluppati e i successivi flussi di capitali.

In terzo luogo, le posizioni fiscali dei mercati emergenti sono notevolmente migliorate. Erano peggiorate durante la pandemia ma sono migliorate molto a partire dal 2022, e prevediamo ulteriori progressi.

Ma l'elefante nella stanza è il rallentamento della crescita globale. L'attuale contesto globale ci mette dinanzi a un'elevata dose di incertezza. La crescita sta rallentando - ma avremo un atterraggio morbido o un atterraggio duro? Qual è il momento migliore per esporsi ai mercati emergenti in questo contesto?

Riteniamo che gli investitori debbano considerare un'allocazione parziale nel debito dei mercati emergenti in questo momento, nel caso in cui si verifichi un atterraggio morbido. Ma bisogna tenere da parte anche un po' di munizioni liquide in caso di atterraggio duro.

A parte le obbligazioni societarie con rating CCC, gli spread in valuta forte dei mercati emergenti non forniscono molta protezione in caso di atterraggio duro. Se guardiamo all'indice senza la componente CCC, che mostriamo a sinistra, notiamo che gli spread sono su livelli simili a quelli pre-pandemia. La porzione CCC del mercato, mostrata a destra, ha per gran parte inglobato nei prezzi un'elevata probabilità di default o è già andata in default.

Per l'indice nel suo complesso, tuttavia, gli spread sono relativamente elevati. In uno scenario di atterraggio morbido, ci sarà un ulteriore margine di compressione degli spread. Ma in uno scenario di atterraggio duro, è probabile che gli spread si amplino e questa probabilità, a nostro avviso, è attualmente sottovalutata dal mercato.

Per riassumere, riteniamo che negli Stati Uniti avremo una recessione alquanto lieve, ma pur sempre una recessione. Gli spread potrebbero allargarsi e potremmo registrare nuove ondate di volatilità. Ma molte aree di questa asset class offriranno delle opportunità. Stiamo puntando ad alcune di queste sul versante sovrano e quasi sovrano e in parte su quello del debito societario. Siamo prudenti e vogliamo rimanere prudenti nel breve termine, ma vogliamo anche essere agili e flessibili e trovarci in una posizione in cui siamo in grado di aumentare la nostra esposizione ai paesi e alle aziende che si troveranno in una situazione di ipervenduto.

Detto questo, vi ringrazio ancora per il tempo che ci avete dedicato e per avere scelto di fidarvi della nostra capacità di creare valore per voi in maniera responsabile.

 

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MEDIX: Emerging Markets Debt Fund | MFS

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