
4 aprile 2025
Mercati al ribasso a causa dei dazi imposti dagli Stati Uniti
Le principali notizie della settimana sull’economia globale e dal mondo delle imprese.
Jamie Coleman
Senior Strategist, Strategy and Insights Group
Settimana al 4 aprile 2025
A mezzogiorno di venerdì i mercati azionari risultano in forte ribasso dopo che il Presidente Donald Trump ha annunciato dazi più onerosi del previsto nei confronti dei partner commerciali degli Stati Uniti. Il rendimento dei titoli del Tesoro decennali è sceso dello 0,35% al 3,92% all’intensificarsi dei timori di una recessione globale. Tali timori, unitamente alla decisione di OPEC+ di aumentare la produzione di petrolio, hanno fatto scendere il prezzo del greggio WTI da 69 dollari della settimana scorsa a 62 dollari al barile. La volatilità misurata dai contratti future del CBOE Volatility Index (VIX) è salita da 20 di venerdì scorso a 29,65.
Crollo dei mercati all’annuncio dei super dazi voluti da Trump
Mercoledì il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una serie di dazi più onerosi delle peggiori previsioni di molti analisti. La Casa Bianca ha imposto dazi del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti (a esclusione di Messico e Canada) e dazi “reciproci” più alti per circa 60 Paesi con un avanzo commerciale con gli Stati Uniti, anche del 50%. Anziché eguagliare i dazi imposti dagli altri Paesi, il dipartimento del Rappresentante commerciale degli Stati Uniti ha spiegato che i dazi reciproci sono stati calcolati come “l’aliquota necessaria per bilanciare il deficit commerciale bilaterale tra gli Stati Uniti e ciascuno dei suoi partner commerciali”. La Casa Bianca ha poi dimezzato l’aliquota calcolata dal Rappresentante commerciale in segno di generosità.
L’aspetto positivo dell’annuncio di questa settimana è che Messico e Canada saranno esonerati da tale incremento e che i dazi reciproci non andranno a incrementare quelli dei settori acciaio, alluminio e auto. I dazi entreranno in vigore la prossima settimana e si stima che mediamente saranno tra il 22% e il 25%. Si prevede l’introduzione di ulteriori dazi nei settori farmaceutico, semiconduttori e legname.
Giovedì il Canada ha annunciato dazi del 25% su tutte le auto importate dagli Stati Uniti. Venerdì, la Cina ha imposto dazi del 34% sulle importazioni dagli Stati Uniti, in linea con la percentuale calcolata dagli Stati Uniti. L’Unione Europea ha promesso l’introduzione di contromisure, mentre altri Paesi punteranno sui negoziati o sulle esenzioni. Giovedì Trump ha dichiarato ai giornalisti di essere pronto a negoziare sul fronte dei dazi qualora gli Stati Uniti ricevano “offerte fenomenali”. Venerdì mattina, Trump ha invece detto sui social media che le sue politiche “non cambieranno mai”.
I mercati hanno reagito male alla notizia: le azioni globali sono crollate, la volatilità del mercato è aumentata molto, i tassi d’interesse sono scesi in previsione di un profondo rallentamento della crescita economica e dell’indebolimento del dollaro.
Stati Uniti: a marzo aumentano i salariati
Sulla scorta dell’introduzione dei dazi, venerdì mattina è arrivata la notizia che i salariati non agricoli negli Stati Uniti sono migliori del previsto, nonostante una lieve correzione. A marzo i nuovi posti di lavoro ammontano a 228.000, ben oltre le previsioni di un aumento di 140.000 unità, mentre il tasso di disoccupazione è risalito leggermente dal 4,1% al 4,2% e il tasso di partecipazione al lavoro è passato dal 62,4% al 62,5%. C’è stata però una revisione al ribasso del dato precedente sui salariati a due mesi di 48.000. A marzo sarebbero dunque andati persi 4.000 posti di lavoro nella pubblica amministrazione. I dati indicano che il mercato del lavoro era robusto in vista dell’annuncio sui dazi, ma le prospettive per il futuro si fanno sempre più incerte.
Powell: la Fed attende maggiore chiarezza
Il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, venerdì mattina ha dichiarato che i dazi potrebbero avere prolungate ripercussioni sull’inflazione e l’istituto è tenuto a mantenere ancorate le aspettative inflazionistiche. La crescita probabilmente rallenterà, ha aggiunto, e gli effetti dei dazi sull’economia saranno verosimilmente superiori al previsto. Nonostante l’orientamento più rialzista, Powell ha ribadito che la Fed può attendere che si faccia maggiore chiarezza. All’intensificarsi dei timori di recessione, questa settimana sono aumentate le aspettative di nuovi tagli ai tassi. In chiusura venerdì, i mercati dei future prevedevano tre tagli ai tassi per quest’anno. A mezzogiorno di venerdì i tagli previsti erano quattro.
I mercati azionari statunitensi sono crollati giovedì, il primo giorno di contrattazioni dopo l’annuncio dei dazi reciproci. L’S&P 500 ha perso il 4,8%, il Nasdaq 100 è sceso del 5,4% e l’indice KBW Bank ha perso il 9,9%, la perdita giornaliera peggiore dalla crisi bancaria regionale di due anni fa. Il Russell 2000® è sceso del 6,6% giovedì ed è del 22% circa inferiore al picco di fine novembre. Gli spread di credito si sono ampliati molto, lo spread OAS sull’indice Bloomberg US high-yield è salito di 53 punti base giovedì al 3,87%, registrando l’incremento più consistente dall’inizio della pandemia.
Gli indici PMI erano eterogenei in vista dell’annuncio dei dazi di questa settimana.
Marine Le Pen, leader del partito francese del Rassemblement National è stata condannata per appropriazione indebita di fondi dell’Unione Europea che avrebbe utilizzato per le attività politiche locali. La sentenza prevede inoltre l’ineleggibilità a una carica pubblica per cinque anni, pertanto Le Pen non potrà partecipare alla corsa presidenziale del 2027, a meno che l’appello non rovesci la sentenza.
Gli economisti e gli esperti di strategia di Goldman Sachs hanno rivisto al ribasso le stime di crescita degli Stati Uniti e al rialzo le probabilità di recessione negli Stati Uniti a seguito dei dazi. Secondo le loro previsioni, i dazi ridurranno la crescita del prodotto interno lordo degli Stati Uniti dell’1,2% nel corso del prossimo anno. Di conseguenza, le stime del rendimento S&P 500 nei prossimi 3 e 12 mesi scendono rispettivamente dallo 0% al -5% e dal +16% al +6%.
Otto Paesi membri dell’OPEC+ giovedì hanno concordato la graduale riduzione dei tagli alla produzione di petrolio, per cui a partire dal prossimo mese la produzione di greggio aumenterà di 411.000 barili al giorno. A causa delle preoccupazioni per la crescita globale dopo l’annuncio dei dazi degli Stati Uniti, giovedì il prezzo del greggio è crollato del 7% circa.
Frustrato per i continui rinvii del cessate il fuoco in Ucraina da parte del Presidente russo Vladimir Putin, Trump avrebbe ventilato l’ipotesi di dazi secondari nei confronti degli acquirenti di petrolio russo, qualora non si facciano velocemente progressi sul fronte della tregua.
Il Presidente della Federal Reserve Bank di New York, John Williams, questa settimana ha dichiarato che c’è indubbiamente il rischio di un aumento dell’inflazione, ma le aspettative inflazionistiche a lungo termine restano ben ancorate e la politica monetaria è in grado di affrontare l’incertezza.
Questa settimana, per la prima volta in cinque anni, Cina, Giappone e Corea del sud hanno avviato trattative commerciali per discutere di una risposta unificata ai dazi imposti dagli Stati Uniti.
La disoccupazione in Canada a marzo è rimasta stabile al 6,7%, nonostante la perdita di 32.600 posti di lavoro il mese scorso, quando hanno iniziato a farsi sentire gli effetti dei dazi degli Stati Uniti.
Secondo il sondaggio JOLTS sul turnover dei lavoratori e sui nuovi posti di lavoro, la mobilità nel mercato del lavoro americano a febbraio è ancora bassa, i nuovi posti di lavoro sono scesi leggermente, mentre dimissioni e licenziamenti sono rimasti stabili.
L’autorità cinese di supervisione dei mercati ha avviato un’indagine antitrust sulla vendita dei porti da parte di CK Hutchison a BlackRock. L’indagine ritarderà la conclusione dell’accordo e alimenta la probabilità che venga poi annullato.
L’inflazione preliminare nell’Eurozona a marzo segnala un calo dell’indice dei prezzi al consumo dal 2,3% al 2,2%. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 6,2% al 6,1%.
In previsione dei dazi, le vendite di auto negli Stati Uniti a marzo sono state robuste, a un tasso annuo di 17,8 milioni di unità, secondo Ward’s Auto. Il ritmo delle vendite dovrebbe rallentare man mano che si esauriranno le scorte e gli effetti dei dazi inizieranno a farsi sentire.
Le probabilità di una recessione globale quest’anno, secondo J.P. Morgan, sono aumentate dal 30% al 60% a seguito delle politiche commerciali degli Stati Uniti.
Trump avrebbe detto più volte ai suoi più stretti collaboratori che Elon Musk lascerà presto l’amministrazione.
Giovedì Fitch Ratings ha rivisto al ribasso il rating in valuta estera della Cina da A+ ad A, con prospettive stabili a causa dell’indebolimento delle finanze pubbliche del Paese.
Challenger, Gray & Christmas questa settimana hanno riferito che a marzo il numero dei licenziamenti negli Stati Uniti è salito a circa 275.000: la pubblica amministrazione del Paese è responsabile per circa l’80% dei licenziamenti.
Secondo un rapporto Bloomberg, la Commissione Europea starebbe lavorando a una serie di aiuti economici a breve termine da abbinare ai piani di riforma per una maggiore competitività nei settori chiave e un migliore funzionamento del mercato unico.
Mercoledì il Senato degli Stati Uniti ha approvato una delibera che metterebbe fine alla dichiarazione di emergenza del Presidente Trump sull’arrivo di fentanil dal Canada, limitando così la sua capacità di imporre dazi al Canada. Quattro senatori repubblicani hanno votato a favore della delibera. È però improbabile che la Camera dei Rappresentanti approvi la legge.
I legislatori repubblicani stanno valutando di aumentare l’aliquota d’imposta marginale più alta sui redditi superiori a 1 milione di dollari dal 37% al 39,6% per compensare i tagli fiscali promessi dal Presidente Trump in campagna elettorale.
Lunedì: fiducia per gli investitori nell’Eurozona.
Martedì: ottimismo delle piccole imprese NFIB negli Stati Uniti.
Mercoledì: verbale dell’incontro dell’FOMC.
Giovedì: indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti.
Venerdì: Pil del Regno Unito, produzione industriale, indice dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti, sondaggio dell’Università del Michigan.
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Fonti: MFS research, Wall Street Journal, Financial Times, Reuters, Bloomberg News, FactSet Research, CNBC.com.